Due giorni fa l'Asiago ha vinto il Campionato Italiano di hockey sul ghiaccio, il secondo della sua storia dopo quello del 2001. Il piccolo comune della provincia di Vicenza, definito da Gabriele D'Annunzio 'la più piccola, ma la più luminosa città d'Italia', ha primeggiato con una politica ed un progetto che dovrebbero esser presi ad esempio da tutti gli sport di squadra del Bel Paese.
Un primo dato significativo: ben 6 giocatori dell'Asiago sono stati convocati in Nazionale dal ct Rick Cornacchia per il ritiro pre-mondiale. La società veneta, infatti, ha saputo sapientemente puntare su molti giocatori canadesi ed americani di origini italiani, utili per l'appunto anche alla causa azzurra. Grazie a questi hockeisti, alcuni dei quali dei campioni veri come il portiere Daniel Bellissimo (nominato miglior giocatore del campionato), l'attaccante Dave Borrelli (ancora in attesa del passaporto italiano, che arriverà a breve) ed il fuoriclasse-veterano John Parco (sempre decisivo a dispetto delle sue 39 primavere), si sono rafforzati non solo l'organico, ma anche la qualità e la compattezza della squadra. Asiago, tuttavia, non fa rima solo con oriundo. Da anni ormai viene portato avanti un progetto per l'investimento sui giovani talenti, che ha già fruttato giocatori del calibro di Matteo Tessari, Federico Benetti ed Enrico Miglioranzi, impiegati con continuità e spesso decisivi nelle partite importanti (i primi due sono stati tra i migliori della serie finale dei play-off). Insomma, la strada intrapresa è stata lunga e tortuosa, ma alla fine ha portato alla vittoria. Stranieri di qualità, oriundi utili sia al club che alla Nazionale, giovani italiani lanciati con coraggio in prima squadra: questa potrebbe essere la strada da seguire anche per altre discipline, basket in primis. Dalla piccola Asiago giunge un segnale grande per lo sport italiano.
Federico Militello
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