martedì 2 marzo 2010

Parola al curling: Intervista alla skip Giorgia Apollonio


Il curling italiano sta attraversando un momento delicato. Dopo il boom di pubblico di Torino 2006, questa specialità è stata nuovamente abbandonata dai grandi media, finendo nel dimenticatoio. Sempre nel 2006 l’Italia conquistò uno storico argento agli Europei femminili con la skip Diana Gaspari, che sembrava rappresentare il preludio per la consacrazione definitiva di questo sport. Quest’ultima, invece, si è ritirata ad aprile del 2009 per motivi di studio (oltre che per alcuni contrasti con le compagne e lo staff tecnico), dopo aver fallito la qualificazione a Vancouver. Gioco forza gli allenatori hanno puntato su una squadra molto giovane, cui la mancanza di esperienza è costata, tuttavia, la retrocessione in serie B agli Europei dello scorso dicembre. Il nuovo skip è la giovanissima 22enne Giorgia Apollonio , cui ho rivolto delle domande sul futuro e sulle prospettive del curling nel Bel Paese.

Dopo aver mancato la qualificazione alle Olimpiadi di Vancouver è arrivata anche una dolorosa retrocessione in serie B agli Europei: quali sono il problemi del curling azzurro?
Agli Europei sicuramente ci siamo presentate con una squadra nuova e molto giovane. Il vero problema è la mancanza di risorse economiche. Noi avremmo bisogno di giocare molto, di confrontarci spesso con le nazionali più forti di noi. Prima degli Europei, invece, abbiamo disputato solo 3-4 amichevoli, troppo poco. In più, a differenza di altri sport invernali, non siamo sostenute dai corpi militari, perché il nostro è uno sport di squadra. Infine il nostro campionato nazionale è composto da pochissime squadre di club, fattore che non facilita la competizione interna.

Il grande successo di Torino 2006 poteva essere sfruttato meglio?
Certamente, il curling è uno sport piacevole e adatto a tutti, giovani e anziani. In Italia in tanti amano questa disciplina, tuttavia non vi è la possibilità di praticarla perché non c’è la volontà di credere nel suo futuro. Nel nostro Paese, purtroppo, esiste solo il calcio. Ho parlato con le giocatrici di altre nazionali ed ho saputo che all’estero si investe davvero tantissimo sul curling. Anche da noi servirebbe una decisa inversione di tendenza.

Il prossimo anno punterete all’immediato ritorno in serie A: obiettivo semplice?
Lavoreremo per ritornare subito nell’elite europeo, anche se non sarà una passeggiata. Specialmente a livello mentale sarà dura, perché saremo obbligate a vincere sempre e a non sbagliare nemmeno una partita. Di certo, però, non sarà un’impresa impossibile.

Secondo te la Federazione ha dato vita ad un progetto serio in vista di Sochi 2014?
Sinceramente io non ho ancora visto nulla. Spero vivamente che questo progetto prima o poi prenda corpo.

Il ritiro di Diana Gaspari è stato provocato da alcuni dissidi con compagne e staff: cosa era successo?
In quel periodo ci sono stati dei problemi, dei litigi. Non è stato un bel periodo, la squadra non era compatta e ci mancava l’unità. Penso, però, che Diana avesse bisogno di una pausa.

La skip di Torino 2006, però, sembra aver lasciato una porta aperta ad un suo eventuale rientro. I contrasti si potranno risolvere per il bene dell’Italia?
Guarda, con tutto il rispetto per Diana, che ha dato un grande contributo al curling italiano, non trovo giusto che si parli sempre e solo di lei. Non esiste solo la Gaspari, ma tante altre ragazze dal grande potenziale, che hanno solo bisogno di crescere. Se ci si basa su una sola atleta, allora il curling rischia di morire.

Quindi, secondo te, esistono i presupposti ed il potenziale per vincere nei prossimi anni?
Sì di sicuro, le possibilità ci sono perché molte sono le giovani promettenti. Serve uno staff tecnico preparato e competente, che sappia farle maturare gradualmente. Non è una singola giocatrice a fare la differenza, ma la squadra. Con un gruppo unito si può andare lontano.

Hai visto le Olimpiadi di Vancouver? Che opinione ti sei fatta dei valori in campo?
La mia nazionale preferita resta sempre la Svezia (che ha vinto la medaglia d’oro, n.d.r.), il cui gioco è senz’altro il più spettacolare al mondo. Mi aspettavo molto di più da Svizzera e Danimarca. Non ho apprezzato il comportamento della skip britannica Eve Muirhead (19 anni), che troppo spesso scaricava la colpa delle sconfitte sulle compagne.

Descrivi in poche parole chi è Giorgia Apollonio.
Io abito a Cortina d'Ampezzo ed ho una pensione-ristorante a Dobbiaco che gestisco con mia mamma e mia sorella. Nel tempo libero amo leggere, soprattutto amo la storia. Possiedo un carattere molto forte, che a volte mi aiuta, altre mi penalizza.

Federico Militello



4 commenti:

  1. Non tollererò mai più ed in alcun modo offese nei confronti di Giorgia o di qualunque altra atleta. I commenti sono fatti per esprimere civilmente la propria opinione, non per diffamare la dignità e l'onore altrui. Chi ha mosso queste ingiurie dovrebbe delle scuse ad una signorina per bene come Giorgia, oltre che alla famiglia. Le dispute e le rivalità personali devono rimanere fuori da questo sito, che vuole trattare solo di sport e fungere da svago e da passatempo per gli appassiosati.

    Federico Militello

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  2. Ulteriori commenti lesivi della dignità altrui mi costringeranno ad adire alle vie legali.

    l'Amministratore e Titole del blog, Federico Militello

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  3. secondo me questa atleta dovrebbe andare a giocare a bocce..

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  4. ahahah dovrebbe giocare con le proprie boccie cadenti e pelose!
    le ho viste quindi posso dirlo

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